Aspettando Yesterwynde: chi sono i “Children of’Ata”?
Sono passati solo pochi giorni da quando i Nightwish hanno rilasciato “Perfume of The Timeless”, primo singolo del loro nuovo album in studio “Yesterwynde”, ma l’interesse generato dai titoli delle restanti tracce continua a crescere. Di recente abbiamo parlato dell’affascinante Antikythera Mechanism, complesso congegno ideato nell’antica Grecia che ha prestato il suo nome ad uno dei pezzi del nuovo progetto, ma ora è tempo di fare un passo in avanti verso un’altra delle tappe del disco che ha suscitato le maggiori curiosità: i Children of’Ata
Una storia nata da ferventi sogni di scoperta che aveva assunto i contorni di una tragedia, salvo poi chiudersi con una lieta infiorettatura che l’ha resa un’avventura degna d’esser raccontata e ricordata. Era l’estate del 1965 quando sei giovani ragazzi dell’arcipelago polinesiano Tonga decisero di lasciare la loro piccola isola per scoprire i luoghi che la circondano, ignari della sventura che avrebbero dovuto affrontare nell’impresa. Essi attesero il calare della notte per potersi appropriare di una barca, e, una volta raggiunto il largo, iniziarono a dirigersi verso le isole Fiji (o comunque le isole adiacenti). Durante la navigazione tuttavia il gruppo di ragazzi naufragò, e dopo otto ore senza ne cibo e ne acqua venne scaraventato sulle rive dell’isola vulcanica di Ata, divenuta celebre proprio per questa particolare vicenda.
Da quel momento inizio una durissima lotta per la sopravvivenza che durò ben quindici mesi, e che li vide superare le avversità più selvagge e disparate. Il gruppo riuscì a tenersi in vita nutrendosi prevalentemente di frutta e pesce, nella speranza che qualcuno, un giorno, li avrebbe notati e portati nuovamente a casa. Con il passare dei mesi i ragazzi riuscirono non solo ad adattarsi alle difficoltà del luogo, ma anche a trovare le risorse per sopravvivere ed un riparo nelle rovine di un antico villaggio, finché, dopo più di un anno, vennero avvistati da un pescatore di nome Warner, di ritorno in Tasmania dopo che la sua richiesta di pescare a Tonga fu rifiutata dal Re locale. Egli vide uno dei naufraghi e si spinse nell’isola per aiutarli, e dopo averli recuperati tutti li ricondusse a Naku’Alofa, l’isola da cui partirono quindici mesi prima.
Una volta tornati a casa, i Children of’Ata vennero arrestati per il furto dell’imbarcazione con cui oltre un anno prima erano fuggiti dall’isola, in quanto il proprietario del mezzo non ritirò la sua denuncia. Tramite delle conoscenze in una TV australiana, con cui trattò i diritti per la realizzazione di un documentario su questa storia, Warner riuscì ad ottenere i soldi per risarcire il pescatore vittima del furto ed a liberare i ragazzi, facendo calare il sipario sulla vicenda nel migliore dei modi. Successivamente tutti e sei i giovani finirono a lavorare proprio per il loro salvatore, che nel frattempo, entrato nelle grazie del Re, si era trasferito a Tonga.
Ciò che colpisce di questo particolare frammento di memoria umana è che esso fini ben presto nel dimenticatoio, ma grazie allo scrittore olandese Rutger Bregman, da sempre interessato al lato bestiale dell’essere umano, ritornò in auge e sotto l’attenzione del mondo. Nel corso dell’intervista rilasciata recentemente a Kerrang, Tuomas ha dichiarato: “C’è una canzone nell’album chiamata Children of’Ata, che è la meravigliosa storia di questi ragazzi che sopravvivono per 15 mesi su un’isola deserta. Ho sentito questa storia e mi sono detto: deve esserci un modo per trasformarla in musica”.
Francesco Lionetti