Human.:||: Nature. la recensione di Nightwishers
Manca ormai poco più di un mese alla pubblicazione del nono album in studio dei Nightwish: Human:||:Nature, rilasciato dopo quasi esattamente 5 anni dalla fatica precedente.
A differenza che per Endless Forms Most Beautiful non vi sono stati trailer, la promozione è passata in sordina e l’unico modo per ottenere informazioni è stato aggrapparsi ai social nell’attesa che qualche giornalista, sito, membro della band condividesse indizi su cosa bolliva in pentola. Gli ascolti hanno generato pareri discordanti, diverse recensioni si affiancano creando spesso un profilo confusionario, alimentando in maniera naturale la curiosità dei fan.
Quest’anno, per la prima volta, Nightwishers Italy ha ottenuto l’opportunità di partecipare ad un preascolto dell’album, ottenendo quindi modo di darvi le nostre impressioni: un ascolto da fan per i fan, di un album che si presenta più complesso e sfaccettato del previsto.
Human e Nature non sono solo le due parole che costituiscono il titolo, ma due lavori fisicamente e stilisticamente separati che fanno parte di uno stesso progetto.
Human
Se siete da anni fan dei Nightwish e avevate curiosità di sentire qualcosa di diverso questo album sarà per voi. Da un punto di vista strumentale sono loro, senza dubbio: si sente la presenza di Tuomas dietro le tastiere e le composizioni, che è Emppu a dare sfogo alla chitarra e, devo ammetterlo, sono rimasto sorpreso da Kai; ha avuto spazio e se lo è senza dubbio meritato. Ma veniamo al focus dell’album: la voce. È già stato detto in diverse interviste che la voce umana sarebbe stata la protagonista del primo disco, e lì è raccolto il lato più sperimentale. Le lyrics hanno un ruolo importante, sono ricche e complesse, ma sono una manciata i brani il cui il focus è realmente sulla voce del cantante. Nella maggior parte dei casi la voce si presenta come un accompagnamento alla musica, senza porvisi al di sopra. L’album è inoltre ricco di backing vocals: vi sono cori, vi sono grida e vi sono vocalizzi di estrema delicatezza e una grande voglia di giocare sulla contrapposizione vocale fra i cantanti. La “human voice” è sì protagonista, ma per lo più come se fosse uno strumento aggiuntivo, parte della musica.
Nature
Veniamo ora alla seconda parte dell’album, una suite in cui un’intera orchestra si propone di portare l’ascoltatore in un viaggio alla scoperta del nostro mondo. L’obiettivo di Tuomas con questo brano era trasporre in musica delle istantanee della Terra come è oggi e come vorremmo continui ad essere in futuro, e devo ammetterlo: mi ha colpito. Il passaggio fra i due dischi è straniante, la separazione è evidente e sebbene gli otto movimenti che compongono la suite siano estremamente variegati, la visione d’insieme coerente è sempre percepibile. Se avete mai adorato le versioni orchestrali che accompagnavano alcune edizioni limitate dei dischi allora questo è un brano da cui farsi trascinare. Onestamente mi ha fatto sentire la necessità di fare i complimenti a Tuomas, poiché quello che ho sentito è un lavoro realmente impressionante.
Conclusione
Senza dubbio l’intera opera ha qualcosa di diverso e inatteso rispetto alle precedenti opere della band e non sarà di facile digestione per tutti. È un prodotto complesso, ma a mio personale parere estremamente valido: ho apprezzato il sentire qualcosa di diverso ma rimanendo rassicurato dalla percezione che sono sempre i Nightwish. Tuttavia sento di dover evidenziare il vero lato negativo: devo concordare con la maggior parte degli altri recensori riguardo alla scarsa presenza di Marko. È presente in diversi backing vocals e in un brano, che forse è il più debole dell’album: c’è, ma non ho avvertito l’imponenza vocale di cui sappiamo essere capace, e mi è onestamente dispiaciuto.
In conclusione di una cosa sono sicuro: questo album farà discutere.
On February the 28th we took part in a pre-listening session and we could hear beforehand Human:||: Nature. Here’s the review Lorenzo Nativi, admin of Nightwishers, wrote.
In a little more than a month, fans will finally listen to the ninth studio album by Nightwish, released after 5 years from the previous effort.
Differently from EFMB, no trailers have been made and the promotion has almost been stealthy: the only way to grasp some information was by monitoring social media and some feeds from journalists, webzines and even band members who gave us vague hints of what we could expect.
Pre-listening sessions resulted in contrasting reviews and opinions: reports are lining up day after day creating though a confusing profile, naturally nourishing fans’ curiosity.
This year, for the first time, Nightwishers Italy had the opportunity to take part in one of the pre-listening sessions, so we can now give you our own impressions: a review from fans to fans, for an album that appears more complex and multi-faceted than expected.
The title of the album is made of two words, Human and Nature: these two words refer also to two entities, both physically and stylistically separated, that when put together create a continuum.
HUMAN
if you have been a fan of the band for a while, and you were longing to hear something new and different, this album was made for you. From a music perspective, the band is clearly here: Tuomas is distinctly behind his keyboards and all the arrangements, Emppu is unleashed on his six-strings instrument and Kai is the most surprising: he had the space he deserved and he shows he is totally worth of this focus.
But let’s discuss the core of the album: the voice. In many interviews, the band told us that the human voice is the “main character” of Disc 1 and in the human voice lies the experimental side of Disc 1 itself. Lyrics are important too, being rich and complex, but in only a bunch of songs, the real focus is the singer’s voice. In most of the disc, the voice appears to accompany the music without covering it.
The album is full of back vocals: choirs, screams and delicate vocal acrobatics, which shows a big lust in playing with the 3 singers’ different voices. The human voice is the protagonist, but more than that, is used as an extra instrument, as a part of the music weave.
NATURE
The second part of the album is a suite in which the orchestra tries to make the listener travel and discover our world. Tuomas’ goal was, with this suite, to put in music the images of our earth nowadays and how we wish our earth to be in the future. Let me be sincere: I was astounded. Moving from disc 1 to disc 2 is alienating since the separation is a clear cut. The suite is made up of eight variegated movements, yet the whole suite is perceived as a whole. If you love the orchestral versions that could be often found in limited editions of the band’s albums, then this disc 2 will fascinate you. Honestly, after listening to it I felt the need to compliment with Tuomas, since All the works of nature which adorn the world really bewildered me.
FINAL REMARKS
To sum it up, it is without a doubt that we could say that HN is something different and unexpected, it won’t be easily metabolised. We are talking about a convoluted work, but my humble opinion is that it is also a well-founded work. I appreciated listening to something different, yet perceiving the NW trademark.
Eventually, I need to underline the very negative side of Human Nature, agreeing with other reviews saying that Marko’s presence is scarce. Marko is there in some backing vocals, and in one song which appears to be -probably- the weakest of the disc 1. Marko can be perceived but I couldn’t hear the impressiveness that we all know he is capable of. And I deeply regret it.
In conclusion, I am quite sure of one thing: this album will be largely discussed and debated.
Thank to Warner Sweden and Darren for the opportunity