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Marco

Marco e il suo alcolismo. Alcuni dettagli da ”Inossidabile”

Lo scorso 18 Ottobre, in prossimità della pubblicazione della biografia di Marco, la testata finlandese Apu.fi ha rilasciato un articolo che si sofferma su uno dei temi più caldi del libro.

L’alcolismo di Marco.

Gli aneddoti qui tradotti sono tratti dal libro ‘’Inossidabile’’


Marco ha combattuto con l’alcolismo per anni e non è riuscito a fronteggiare il problema fino a che non si è trovato a scavare il fondo assieme ai suoi demoni.

‘’40 anni fa, in Finlandia un ragazzino di 11 anni si trova nel giardino di casa e vede il vicino di casa sussurrare qualcosa all’orecchio del cugino. Marco è interessato ai segreti dei ragazzi più grandi e li segue. Una fila di bottiglie di latte, nasconde un segreto. Due sono piene di vino rosso. Marco è eccitato e spaventato al contempo, ma beve con gli altri ragazzi. Non vuole sentirsi escluso.

Lo gusta, sente lo strano sapore in bocca. Non gli piace ma non può darlo a vedere. Dopo qualche minuto sente un pizzicore gradevole e ha voglia di ridire. Beve ancora: il bambino ci mette poco a perdere i sensi. Gli viene detto che girava per il bosco ubriaco…. Ma non sa che non aveva i pantaloni!’’

”Bere fa parte della cultura finlandese” dice Marco,

e l’atteggiamento di Marco verso l’alcool era naturale come quello dei suoi compaesani. Ha passato l’infanzia a Tervo, un villaggio in cui i ragazzini avevano poco con cui svagarsi. L’alcool era l’unica cosa che potesse far loro sentire un po’ di euforia o gioia in quei giorni grigi. Bere lo distraeva dalla noia quotidiana.

Le abitudini alcoliche di Marco sono cambiate durante la sua adolescenza, soprattutto in quanto liceale. Ma purtroppo, in negativo. Si spostò da Tervo a Kuopio, vivendo da sua zia e finendo lì la scuola. Quando tornava a casa riceveva circa 100€ e cibo per una settimana. Ma la voglia di bere era tanta e finiva i soldi a metà settimana. Non gli interessava affatto di quello che faceva, arrivando a rubare drink e tabacco dai negozi.

Una volta finita la scuola si sentì libero. Poteva finalmente fare quello che voleva e cercare i membri per la band rock che aveva fondato.

Il primo album dei Tarot uscì nel dicembre 1986, ‘’Spell of Iron’’. È un grande passo per la vita di Marco.

Con il tour dei Tarot Marco assapora la libertà e soprattutto infiniti festini. Si godevano la vita da rock star e l’intossicazione da alcool.

Marco non pensava assolutamente alle conseguenze del bere: era giovane, energico e si abituò presto ai postumi delle sbornie.

”Non ci trovavo nulla di male, per me era solo un gradevole sollievo” 

Ma il primo chock lo ebbe nel 1996. Con di un dolore lancinante alla gola, i medici gli comunicarono che aveva un polipo alle corde vocale. Doveva sottoporsi a un intervento o avrebbe perso l’uso della voce. Tutto era senza speranza. La sua ragazza aveva fatto di tutto per supportarlo , ma qualche tempo la relazione finì e lui non aveva un posto in cui stare. Si trovò una stanza ad Helsinki. Erano in 3 in un monolocale da 20 metri quadrati. Senza voce e dilaniato da pensieri oscuri, Marco cadde in una profonda depressione. Finalmente prese coraggio e chiese aiuto a un’associazione che dava aiuto temporaneo ed offriva un percorso riabilitativo. Grazie agli antidepressivi e le riunioni, si rimise in sesto e la sua voce migliorò.

Negli anni successivi fu progressivamente felice: ritrovò l’amore e ebbe due figli.

Pochi mesi dopo diventò il bassista dei NW. Tutto andava bene. Ovviamente i tour con la band portavano piccole incomprensioni con la band e questo si rifletteva sulla vita di Marco. Ricominciò a bere e si ritrovò di nuovo nell’oscurità.

Fu dura nascondere tutto al pubblico, ma si rese conto che se mescolava antidepressivi e alcool era abbastanza euforico da suonare senza problema. Ma ovviamente c’erano conseguenze. Se due giorni erano ok, quelli successivi erano un inferno.

La band era preoccupata per i comportamenti imprevedibili di Marco. I suoi repentini cambi di umore erano all’ordine del giorno. Quando e come Marco sarebbe stato ubriaco era un punto di domanda per tutta la band. Dopo il concerto o prima?

Ovviamente la sua memoria andava deteriorandosi. A volte si svegliava di fianco a una donna nuda e non ricordava chi fosse. A volte perdeva i soldi o i documenti.

L’oscurità crebbe, inglobando la sua realtà. Non riusciva a pensare realisticamente, si sentiva soffocato. Quante volte ha pensato: che senso ha vivere?

Aveva bisogno di un supporto psicologico di nuovo: il medico fu perentorio. O l’alcool o la vita. E Marco ha scelto.

Ha bevuto il suo ultimo drink alla fine del programma Kuorosota, nel 2010. Ha deciso di non toccare alcool mai più ed è stato coerente.

Ha pagato il prezzo ma sa che è fortunato perché ha avuto un nuovo inizio.

Ma è felice ora? No, non lo sa. Il suo matrimonio è finito l’anno scorso. È fiero della sua sobrietà ma si sente in colpa perché è la cosa peggiore che abbia mai fatto. L’alcool gli ricorda delle lacrime e del dolore causato ai suoi cari.

Ora suonare fa parte del suo spirito.

‘’Se non avessi più la capacità di suonare e cantare, per colpa delle mie azioni, ucciderei una parte di me e tutto finirebbe. Non avrei motivo di salvarmi’’


 

Tradotto da Nightwishers, tratto da: NW Dreamers 

Articolo originale: apu.fi Testo Ville Hartikainen, immagini Petri Mulari