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Nightwish

Report Mantova 12.09.2016

Il nostro report a cura di Mattia

Quando si parla di Nightwish, ormai si sa che si parla di spettacoli di grande qualità: atmosfera imponente, setlist immense che non deludono, maxi schermo e fuochi d’artificio.

Lo scorso lunedì il gruppo ha infiammato (solo figurativamente, visto che a causa della dimensione de palazzetto non è stato possibile utilizzare il fuoco) il PalaBam di Mantova con una delle migliori performance in territorio italiano.

Una setlist prevedibile, in quando è sempre stata la stessa fin dalle ultime tappe del tour, ma ciò che ha caratterizzato questa data in particolare è stata un’aria piena di tensione dovuta ad un punto interrogativo che ondeggiava su di noi come un pendolo. Parlo logicamente della presenza di The Poet and the Pendulum all’interno dello spettacolo, ma procediamo con ordine.

Lo show inizia precisamente alle 21 con l’ormai veterana traccia d’apertura Shudder Before The Beautiful, ma già da questo brano il gruppo dà prova di essere in piena forma. Tuomas energico e sorridente, Marco aggressivo e potente e Floor in grado di stupire sempre di più ogni volta.

La prima sorpresa della setlist è Bless The Child, ma l’attesa si fa sempre più crescente.

In seguito a 7 Days To The Wolves parte The Siren. I più esperti di setlist sanno che dopo di questa potrebbe essere il momento che tutti aspettavamo. E così è stato.

Dopo un secondo di buio che è sembrato eterno, un pendolo che tutti noi conosciamo è apparso sul maxi schermo. Segue un boato che avrebbe potuto distruggere il PalaBam, al quale segue una valle di lacrime, ma era fatta: (pochi) mesi a preparare video, recitare preghiere e sacrificare agnellini per quella canzone, ed era lì, proprio per noi.

Un lungo applauso è degno di nota, tanto da mettere in leggero, ma piacevole imbarazzo la band stessa.

Il resto della setlist non ha destato troppe sospese, ma ciò che ha reso particolare questo concerto è stata la presenza delle più grandi e belle suite del gruppo raccolte tutte insieme: non sono mancate l’immensa Ghost Love Score e la mastodontica The Greatest Show On Earth che ha chiuso questo viaggio ricco di emozioni, sorrisi e lacrime.

Insomma, uno spettacolo pazzesco, ma vorrei porre un diverso punto di vista per quanto riguarda un concerto dei Nightwish.

Normalmente, siamo abituati a pensare ad un evento del genere dal momento in cui il gruppo inizia a suonare finché non smette.

Ecco, questo discorso non vale per i Nightwish. Un loro concerto è fatto dal momento in cui si arriva al palazzetto a quando si va via.

I legami di amicizia che si sono stretti in tutti questi anni, anche e soprattutto grazie a Nightwishers, hanno contribuito a rendere speciale ogni spettacolo.

Aspettare con tutti voi l’apertura dei cancelli, vedere le facce dei vincitori dei Meet & Greet prima e dopo l’incontro e tutte le nuove persone che si conoscono ad ogni concerto è ciò che rende ancora più magnifico il tutto.

Sicuramente un ringraziamento va ai Nightwish che ancora una volta sono riusciti ad emozionarmi colpendomi nel profondo con una performance degna del loro nome, ma voglio ringraziare anche tutte le persone che erano lì, con le quali ho condiviso attese, scleri e sentimenti contrastanti, dimostrando ancora una volta quanto il fanclub sia una piccola famiglia sempre più unita da una grande ed unica passione.

Grazie.