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Endless Forms Most Beautiful,  Recensioni

Recensione di Endless Forms Most Beautiful di Kaooszine

Dopo che ieri si sono concluse a Helsinki i pre-ascolti per Endless Forms Most Beautiful, è stata pubblicata oggi la primissima recensione. Kaooszine, testata finlandese, ci propone un track by track.

Shudder Before the Beautiful (Il sussulto prima della bellezza)
Un intro lungo, mi aspettavo piuttosto che l’azione subito. Il ritmo è combinato con le vocals lente e calme di Floor, che sentiremo spesso nel disco. Fin da subito capiamo che la sua voce è perfetta per l’entità Endless Forms Most Beautiful perché sembra tutto famigliare. In ogni caso, fin dalla prima canzone Floor mostra le sue capacità e porta qualcosa di nuovissimo. La canzone passa da ritmata a oscura: il ritmo è dato per lo più dalle note alte e di Floor e dalle melodie.

L’assolo è simile a un qualcosa dei Children of Bodom, con il sintetizzatore che dialoga con la chitarra solista. La canzone sottolinea ciò che Floor ha detto prima dell’ascolto: ‘Ci sono molte cose, una base di ciò che verrà… ma aleggia una domanda… Di cosa narrerà questo disco?’

Weak Fantasy (Debole Fantasia)
Ci sono tratti sinfonici e teatrali; è quasi una canzone da colonna sonora. Lo stesso tema di Imaginaerum continua ed è un po’ quello che ci aspettavamo. C’è di nuovo qualcosa di famigliare ma la band è quasi timida e sembra che si stia trattenendo. Floor convince l’ascoltatore di nuovo e ci si abitua alla sua voce gradualmente. Per la prima volta, entra in campo la voce di Marco.

Élan (Slancio)
I primo singolo, nonostante la sua vastità, è una canzone compatta che ti entra in testa subito. Le cose sono chiaramente sotto controllo e notiamo un piccolo ‘rinfrescarsi’ nella formula musicale, ma senza fare danni…

Yours is an empty hope (La tua è una speranza vuota)

All’inizio ci sono un po’ di suoni ambientali, quasi simili a quelle dei film fantasy o altre canzoni della band. Parliamo di symphonic metal al suo picco massimo. È ciò che la band rappresenta e possiamo sentire che è il loro elemento. È per ora la canzone più veloce e forte, senza però rompere l’atmosfera generale. I cori danno i brividi e danno all’ascoltatore l’idea di essere sul punto di sentire una forte esplosione. E ne troviamo una grande all’inizio. La parte centrale del pezzo ricorda Dark Chest Of Wonders, con ”esplosioni” simili, senza una vera fine in vista.

Our Decades in the Sun (Le nostre decadi nel sole)

È il momento di calma e creare un’atmosfera simile a un karaoke bar. Il piano di Tuomas accompagnia delicatamente le voci di Floor a un nuovo livello. Emppu appare con la sua chitarra ma Floor aumenta il suo volume e anche gli ascoltatori più lontani possono sentire la sua voce. La canzone cambia dalla melanconia iniziale, fino a un mood più felice, ed è una cosa bellissima. Questa canzone è perfetta per gli ascoltatori più sensibili.

My Walden (La mia vita nei boschi)

La sesta canzone inizia in una maniera strana. Come se un cantante pop si sia perso e si sia ritrovando nello studio di registrazione. Ci sono degli elementi pop-rock: mentre le altre canzoni erano assimilabili al resto del catalogo Nightwish, questa è proprio pop heavy, quasi una canzone stile Eluveitie.

La canzone offre anche molta luce e scorrevolezza, quindi ad ora è una delle mie preferite.

Endless Forms Most Beautiful (Infinite cose belle)
Per farla breve: questi sono i nuovi Nightwish. In teoria dovrebbe essere la title track ma in pratica è un filler. Non è ne speciale ne meravigliosa ma sarebbe una buona scelta live. La fine è un po’ ripetitiva ma come dice la canzone stessa ‘semplice è bello’

Edema Ruh
Questa è la canzone più giovanile dell’album. Elementi sinfonici e folk si trasformano in un metal rock nello stile degli Sturm und Drang (una band finlandese) se dimentichiamo questi flauti e cornamuse. Il brano presenta delle parti vocali molto accattivanti di Marco e Floor e ora tutto funziona molto meglio con le parti cantate di Marco essendo più presente nello sfondo.”

Alpenglow (Enrosadira)
La seconda canzone filler. Il viaggio continua regolarmente e la canzone finisce nello sconpartimento ‘colonna sonora’ di nuovo. Kai avrebbe potuto introdurre alcune parti di batteria interessanti, perché a questo punto inizi già ad aspettare le prossime due canzoni e il gran finale dell’album.
Eyes of Sharbat Gula (Gli occhi di Sharbat Gula)
Un’introduzione delicata prima dell’ultimo brano. Leggeri cori si intonano e questa volta apparentemente sembra di una generazione più giovane. Diversamente, una canzone interamente stumentale per creare un’atmosfera per la crociata finale.
The Greatest Show on Earth (Il più grande spettacolo sulla Terra)
“Certo, un nome del genere per l’ultima canzone dell’album lascia creare molte aspettative. L’atmosfera calma continua, è solo l’inizio del più grande show del mondo. La canzone dura circa 24 minuti quindi soffriamo di (qualcosa che è una combinazione di felicità e materialismo che non può essere tradotta). Dopo l’attesa l’avvio del motore crea sensazioni di conforto ma l’atmosfera non è ancora arrivata. L’eccitazione si mantiene e aumenta piano piano. L’ascoltatore si aspetta le parti vocali e improvvisamente arrivano molto energiche e le batterie improvvisamente appaiono nel background. Assolutamente la traccia più interessante da ascoltare, come ogni volta il climax è raggiunto, le cose si muovono nella direzione giusta. Niente è troppo e sono pochi e irrilevanti i dettagli da trascurare. La voce narrante di Richard Dawkins ci parla dell’inizio della fine, dopodiché vi è una grande esplosione. In sostanza non molto è cambiato dalla prima canzone, ma ora tutto è spinto oltre il limite e non c’è una via di ritorno. Devo dire che non ho mai sentito nulla di simile prima d’ora.”

Conclusione
Molta roba è aspettata. L’album dà all’ascoltatore una sensazione che non ci si voglia fermare e ci sia del materiale per molte più cose. L’atmosfera è mantenuta egregiamente nonostante l’album abbia una vasta gamma di trabocchetti. Quando Dawkins sta ancora parlando puoi sentire il suono dell’acqua, ti dimentichi di ciò che hai appena sentito e diventi contento e ti senti bene. Devo dire che quest’album è forse più semplice del solito ma anche molto versatile. Esclusi i due flop, la band ha di nuovo fatto centro quasi perfettamente. Comprerei questo lavoro molto volentieri e vedrei la band live.

9,5 / 10

Per tutte le info sulla tracklist clicca qua

Tradotta da Nightwishers, non copiare senza il nostro consenso grazie.

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