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Intervista,  Marco,  Tuomas

Intervista a Tuomas e Marco per Headliner Magazine

La webzine Headliner Magazine ha pubblicato quest’intervista a Tuomas e Marco. L’intervista riguarda molto la vita dei Nightwish in generale ed è molto focalizzata sugli aspetti tecnici che la circondano. Potete leggere l’intervista orginale cliccando QUI.

Con oltre otto milioni di vendite, 4,3 di fans su Facebook, 60 dischi d’oro e di platino, 5 album al top delle classifiche e altrettanti tredici singoli, penso si possa dire che i NW siano uno degli export musicali di Finlandia più potenti. Headliner ha incontrato i talentuoso compositore Tuomas Holopainen e il bassista Marco Hietala, nel pieno delle registrazioni del nuovo disco.

Il vostro rock sinfonico è ovviamente di successo. Siete attivi dagli anni 90 e siete ancora famosi.

TH (ride): Sì probabilmente perché ci sono molti elementi nella nostra musica. Abbiamo realizzato il nostro primo demo nel Dicembre 1996 e siamo andati avanti per 17 anni e mezzo. Non è male, suppongo- Doveva essere un progetto parallelo all’inizio e nessuno nella band si aspettava di arrivare dove siamo arrivati. Avevamo tutti ambizioni diverse. IO volevo fare il biologo, Jukka l’ingegnere informatico. Ma il nostro hobby e cresciuto molto più di quanto ci aspettassimo.

MH: Io vorrei sottolineare che mi sono unito alla band nel 2001, quando già andava tutto bene quindi sapevo esattamente in cosa mi stavo tuffando! Fin da bambino ho avuto molte ambizioni musicali, ma come ha detto Tuomas, abbiamo tutti avuto background musicali diversi.

Pensi che sia importante?

MH: Sì certo, o la musica rischia di essere ‘’congenita” Abbiamo influenze classiche rock e anche un po’ di pop. C’è molta apertura mentale nel nostro approccio  musicale.

Cosa ne pensate della tecnologia digitale?

TH: Quanto tutto è diventato digitale, abbiamo dovuto fare un po’ di cose in maniera economica, perché non le labels non ci dava tutti i soldi che ci servivano. Ma ciò che il digitale fa è che rende tutto immediato, porta tutto direttamente nelle case della gente. Ho comprato molti album da Itunes e non mi sarebbe venuto in mente di andare in un negozio. Mi piacerebbe che  la qualità delle registrazioni digitali aumentasse o che ci siano inclusi nel download le lyrics o le foto della band. Mi mancano queste cose rispetto a un disco fisico. Bisognerebbe fare qualcosa anche per Spotify penso. Bisogna essere più competitivi ed è un buon servizio perché paga l’artista!

Spotify e Pandora in particolare sono stati messi in discussione per questo ultimamente.

MH: Esatto. È di sicuro qualcosa che dovrebbe cambiare. Questi servizi dovrebbero essere a pagamento. Spero che la situazione venga chiarita.

Tuomas, componi ancora la maggior parte del materiale della band. È abbastanza raro vedere un tastierista/synth player che scrive le canzoni di una band.

TH: Sì dà una prospettiva differente alla composizione delle canzoni e porta certamente un tocco in più al sound. Scrivo la maggior parte delle canzoni e delle lyrics, perché originariamente i NW era un progetto solo mio, quindi è naturale che sia io che scriva tutto. Ma Marco mi aiuta parecchio, soprattutto perché voglio sottolineare che i NW sono una band non un progetto solista. Ho studiato pianoforte classico per 12 anni, a partire dai 6 anni e ho suonato in un’orchestra con il mio clarinetto. Ho anche suonato il sassofono in una band jazz ma sono 20 anni che non suono questi strumenti.

Ora siete impegnati con il nuovo album. Come si è evoluto il vostro approccio?

MH: Abbiamo sempre prodotto da noi i nostri album e abbiamo avuto sempre gli stessi ingegneri del suono da quando abbiamo iniziato a masterizzare e mixare i nostri dischi. Non si tratta di andare a Los Angeles o prendere i migliori fonici del mondo per trovare un nuovo sound. Penso che negli anni ci sia stata una maggiore confidenza, circa ciò che siamo in grado di fare, mantenendo la nostra integrità. Prima di tutto ci deve piacere ciò che stiamo registrando, poi ovviamente è un bene che piaccia anche alla gente.

TH: Mi piace anche che non abbiamo alcuna pressione da parte della casa discografica. Non ci hanno mai detto di prendere questo o quello studio o fonico.

Usate tutti Genelec, qual è la vostra relazione con questa marca? [Marca finlandese di altoparlanti e amplificatori. Ndt)

MH: Ecco come stanno le cose: alla fine degli anni 80 sono andato in uno studio di registrazione come apprendista e mi sono innamorato delle cose della Genelec. Inoltre, il ragazzo che mixa i nostri dischi usa solo apparecchi della Genelec, così come il nostro fonico e il nostro ingegnere del suono.

Ho la fortuna di vivere in un paese a soli 90 km dalla sede della Genelec, e conosco alcune persone che vi lavorano. È una collaborazione abbastanza naturale per noi, è un brand rispettato per un certo motivo.

Il sound è perfetto e non ci sono paragoni
[Marco si spertica in altre lodi per altre 4 righe. Dubito vi interessino…. NdT]

Che modelli usate?

MH: Abbiamo un 8040 DSP, un 1037s. I miei bimbi! Si sente una bella pressione ascoltandoli!!

Cosa andrebbe cambiato nell’industria attuale?

TH: Per me la cosa peggiore dell’industria attuale sta nel fatto che la gente non ascolta più i dischi. I ragazzini non li ascoltano tutti, e non li comprano. Non leggono i testi nel booklet. Spesso nemmeno c’è un booklet. Molti artisti si concentrano solo sui singoli o riempire dischi di merdate. Quindi è un trend abbastanza triste a mio avviso. Sia come musicista che come compositore.

MH: Ancora una volta la tecnologia ti dà molti modi per essere soddisfatto subito. Puoi sentire una canzone sul tuo telefono, con le cuffie. Ma mi piacerebbe che le persone si fermassero ad ascoltare in pace un disco, con gli strumenti di riproduzione adatti, e l’atmosfera giusta. Mi piacerebbe che le nuove generazioni lo provassero…